MOM and DAUGHTER

giovedì 9 febbraio 2017

Il Bello dell'arte: Frida Kahlo

Buonasera....
La rubrica il Bello dell'arte cresce sempre di più e stasera ci sarà il primo di una lunga(speriamo) serie di post scritti in collaborazione con Arte e cultura.
Sono post ricchi di emozioni e che trasmettono tutto il bello della storia dell'arte...
Grazie per questo magnifico post....
Potete trovate @arteecultura su Instagram e su Tumblr
Buona lettura.

Frida Kahlo è una delle donne più importanti della Storia dell'Arte, rivalutata e designata dalla società moderna come una delle figure simbolo del Femminismo. Quella di Frida è un'esistenza di sofferenze, passioni travolgenti, gioie e delusioni, ed è proprio tutto questo quello che le sue opere trasudano. I suoi capolavori in stile naïf (letteralmente: "ingenuo", "popolare" che imita lo stile dei retablos e dell'arte precolombiana), sono pieni di simboli, di crudezza, talvolta di sadicità avvolta da una tangibile ironia, e tutti quanti raccontano come un unico mosaico, la storia di una donna con la D maiuscola, che ha vissuto e sfidato la vita fino all'ultimo istante. Nasce a Coyoacàn, Messico nel 1907 (anche se lei stessa dirà di essere nata nel 1910, anno della Rivoluzione Messicana, autodefinendosi "hija de la Revolución") da Matilde Calderòn-González y Kahlo, donna benestante profondamente rigida e bigotta, e Wilhelm Kahlo detto "Guillermo", un fotografo e pittore tedesco di origine ebrea molto più aperto e affettuoso. Affetta da spina bifida, confusa per poliomielite, già da bambina registra un carattere forte, ribelle e anticonformista, e da non dimenticare un precoce talento artistico. Frequentando la Escuela Nacional preparatoria, con l'aspirazione di diventare medico, si avvicina al Socialismo e conosce il suo primo amore: Alejandro Gómez Arias. All'età di 18 anni, il 17 settembre 1925, un evento terrificante sconvolge per sempre la sua vita: l'autobus su cui sale si scontra violentemente con un tram per tornare a casa. Il bilancio dell'incidente sulla pittrice è drammatico, ne esce con gravi fratture in molte parti del corpo ed è costretta a rimanere allettata e ingessata per anni. Nel corso della sua vita subirà, pensate, ben 32 operazioni chirurgiche. È nel periodo di immobilità che, oltre a leggere moltissimo, inizia a dipingere autoritratti con l'ausilio di uno specchio montato su un baldacchino. Fatta dell'Arte la sua ragion d'essere, una volta rimosso il gesso, ritorna a camminare (sopportando dolori atroci) determinata a sostenere la sua famiglia economicamente e a diventare una "storpia autosufficiente". Decise di sottoporre i suoi lavori al pittore e muralista messicano Diego Rivera, per avere una sua critica. Rivera rimase folgorato dallo stile di Frida tanto che decise di prenderla sotto la sua ala protettiva e la inserì nell'ambiente politico-culturale messicano. Nel 1928 la Kahlo si iscrive al Partito Comunista Messicano. Innamoratasi di Rivera intraprende con lui una travagliata storia sentimentale, e lo sposa nel 1929 ( matrimonio che, tra alti e bassi, dura fino alla morte di Frida) pur sapendo di andare incontro a continui tradimenti. Di conseguenza al travaglio sentimentale ha anche lei diverse relazioni extraconiugali tra cui non mancarono esperienze saffiche. I coniugi si trasferiscono negli Stati Uniti, e durante un soggiorno a New York, Frida si accorge di essere incinta per poi avere un aborto spontaneo poco dopo a causa dell'inadeguatezza del suo fisico. L'evento, che scosse molto la donna è immortalato nel dipinto "Henry Ford Hospital". Il suo più grande rammarico sarà quello di non potere avere figli, e per questo motivo darà molto affetto ai suoi moltissimi animali domestici e ai suoi nipoti. Nel '39 Rivera divorzia dalla pittrice dopo che quest'ultima scopre che la tradisce con sua sorella Cristina Kahlo. Neanche un anno dopo Diego tornerà strisciando da Frida, e si risposano a San Francisco nel 1940. Pochi anni prima di morire le viene amputata una gamba perché in cancrena. Muore a soli 47 anni nel 1954. Tra le sue opere, tra cui innumerevoli autoritratti, sono da ricordare: "Autoritratto con il vestito di velluto" (1926), "Frida e Diego" (1930), "Autoritratto tra Messico e Stati Uniti" (1937), "Le due Frida" (1939),
"Il sogno" (1940), "Colonna rotta" (1944), "Il nucleo della creazione" (1945), "Albero della speranza mantieniti fermo" (1946), "Il cervo ferito" (1946),"Viva la Vida" (1954).






























     




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