Salve a tutti! Quest'oggi, 8 marzo, in occasione della Festa della Donna, il tema della rubrica "Il Bello dell'Arte" è tutto al femminile. Nel corso della Storia dell'Arte, le donne si sono dovute battere per essere accettate e fare parte di questo campo (come, purtroppo, per tutto del resto), da sempre considerato prettamente maschile... Tuttavia, sessismo e misoginia a parte, molte artiste si sono distinte nei secoli, dimostrando di avere virtuosismo, capacità e sensibilità superiori a quelli degli uomini. Io ne scelte cinque, forse le più celebri ed emblematiche, oltre alla già citata Frida Kahlo. La prima di cui vorrei parlare è stata la prima delle figure femminili nella pittura europea, nonché stendardo del Rinascimento al femminile, sto parlando di Sofonisba Anguissola (Cremona, 2 febbraio 1532 - Palermo,16 novembre 1625) donna nobile, di gran cultura e soprattutto con notevole talento artistico, tanto da conquistarsi l'ammirazione di vari artisti e persino della Regina Elisabetta I d'Inghilterra. Pensate che lo stesso Michelangelo Buonarroti sosteneva che avesse grandi doti artistiche. Anche Antoon Van Dyck, che gli successe come ritrattista alla corte di Spagna, non nascose la profonda ammirazione per le sue opere. La sua formazione avvenne nella scuola di Bernardino Campi, da cui ereditò lo stile manierista, allora di gran moda nelle corti italiane. Diede il meglio di sé nei numerosi ritratti, ambito della pittura che amava particolarmente. Dipinse fino alla morte nonostante i forti problemi di vista. La seconda protagonista, sicuramente molto più celebre, è Artemisia Lomi Gentileschi (Roma, 8 luglio 1593 - Napoli, 14 giugno 1653).
Figlia del pittore Orazio Gentileschi, già da bambina frequentando la bottega paterna, registrò una precoce abilità artistica. Lottò moltissimo per affermarsi nel campo della pittura, allora prerogativa maschile. All'età di 18 anni, nel 1611, subì una violenza sessuale da parte di Agostino Tassi, un collega del padre, e affrontò con indomito coraggio un processo per ottenere giustizia, che stentava a dare ragione a una donna. Ancora oggi è considerata come uno dei simboli dell'emancipazione femminile e della lotta contro la violenza di genere. Questo evento traumatico influenzò moltissimo e irreversibilmente le sue opere, come testimoniato nella "Giuditta che decapita Oloferne", dove la pittrice si ritrae nell'eroina biblica, intenta a troncare la testa ad un Oloferne con le sembianze del suo stupratore, apparendo compiaciuta nel compiere l'atto. Passiamo poi a Elisabetta Sirani (Bologna, 8 gennaio 1638 - Bologna, 28 agosto 1665) anch'essa "figlia d'arte", era famosa per la propria velocità e il virtuosismo nel dipingere, tanto che di lei si scrisse: «Era tale la velocità e franchezza del suo pennello, ch'ella sembrava più leggiadramente scherzare che dipingere [...] era questo il solito suo modo di disegnare da gran maestro appunto e da pochi praticato, e nemeno dal padre istesso».
Dipingeva spesso in pubblico, per sfatare le voci secondo cui non era lei a dipingere, ma faceva da prestanome al padre, difatti all'epoca si stentava a credere che una donna potesse dipingere con la sua maestria. Ci spostiamo di qualche secolo parlando della pittrice polacca Tamara de Łempicka (Il suo nome da nubile era Tamara Rosalia Gurwić. Varsavia, 16 maggio 1898 - Cuernavaca, 18 marzo 1980)
appartenente alla corrente artistica dell'Art Déco. Nel 1907, durante un viaggio in Italia, dopo aver ammirato le opere dei grandi maestri, e dopo il suo trasferimento in Francia, iniziò a imparare i primi rudimenti della pittura. Si formò in prestigiosi collegi ben finanziati dalla nonna Clementine. Si sposò ben due volte (pur conservando il cognome del primo marito) con personaggi dell'alta borghesia: Tadeusz Łempicka, un prestigioso avvocato, e il Barone Kuffner; ebbe una figlia dal primo matrimonio, Kizette, nata nel 1920. Nel 1922, nella sua prima mostra al Salon d'Automne espose i suoi dipinti influenzati dalle istanze artistiche dell'Art Déco conosciute nell'ambiente parigino, i quali riscossero un gran successo. Dal carattere deciso e dal gran carisma, non nascose mai la sua bisessualità. Girò il mondo a lungo e visse nel lusso. Morì in Messico all'età di 82 anni.
Infine, dulcis in fundo, andiamo alla pittrice statunitense Georgia O'Keeffe (Sun Prairie, 1887 - Santa Fe, 6 marzo 1986), le cui opere sono associate all'Astrattismo e al Precisionismo. La donna si formò alla Chicago Art Institute, e fu introdotta dal suo compagno di una vita, Alfred Stieglitz fotografo e gallerista americano, nel mondo dell'avanguardia newyorchese. Inizia a dipingere ad acquerello attorno alla prima decade del '900, e attorno agli anni '20 iniziò a dipingere ad olio. A partire dal 1929 andò in New Mexico, dove produsse alcune delle opere che l'hanno resa celebre, dove si vedono fiori e paesaggi desertici, dai contorni sinuosi e dalle cangianti sfumature, che variano così tanto da sfociare in astrattismo, e talvolta sono da leggersi in senso erotico.
Adesso vi lascio con una carrellata di foto di queste donne così che possiate apprezzare al meglio la bellezza dei loro dipinti
A presto con Arte e cultura per immergerci nuovamente nel fantastico mondo della storia dell'arte.
M&S